Storie vissute (Oggi)


Intervista di Massimo Garavelli

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Massimo Garavelli, Sindaco di Salbertrand
Salbertrand, 13 Gennaio 2000
Alla vigilia di Natale, hanno finalmente approvato la Legge di tutela delle minoranze linguistiche; sono una decina le lingue tutelate ed equiparate all'italiano, tra cui l'occitano. Legge di Stato, che dev'essere recepita dai Comuni interessati, fatta propria dalle Province e dai vari Provveditorati agli Studi.
Dopo di che, negli atti pubblici dei Comuni, nei Consigli, nei documenti, diventa bilinguismo totale. A scuola, l'insegnamento, dalle Scuole Materne fino a terza Media, di lingua e storia locale.
E' una cosa interessante, anche perché la prima stesura della proposta di Legge,fatta con l'onorevole Massa, è nata in questo Comune. Quindi credo che sia una buona cosa, chiaramente, molto impattante.
Noi, come Comune, approveremo entro la fine di febbraio.
E' un salto qualitativo notevole, che corona l'impegno di un gran numero di persone per decenni, e che finalmente da attuazione all'artico lo 6 della Costituzione, senza fare troppi figli e figliastri. Era ora.

DOM. : Lei ha già introdotto l'argomento. La mia domanda è questa: se riscontra, e, a questo punto, li riscontra, dei cambiamenti, dal '94 (inizio della ricerca) ad oggi.
RISP. : Si. Dei cambiamenti, senz'altro, ce n'è tantissimi. Questo è il clou, perché è quello legislativo, quello di supporto legislativo. Però, in effetti, ci sono state anche delle altre iniziative che hanno fatto fare un salto di qualità non indifferente. Innanzi tutto, prima cosa, una maggior acquisizione del fatto di, della conoscenza dell'appartenenza ad una minoranza linguistica; cosa prima molto nel vago e destinata agli addetti ai lavori.
Seconda cosa, c'è stata una crescita, in due settori, esponenziale. Uno è quello musicale. Il settore musicale è stato trainante come vetrina, per far conoscere resistenza di queste diversità: i gruppi di musica occitana, o derivata dalle tradizionali, sono in crescita in tutte le Valli, e, oltre tutto, danno origine anche ad un effetto, magari non previsto, di esportazione, perché i balli occitani, invece di estinguersi, incominciano a ballarsi anche nella pianura piemontese, a fronte dello sbocco delle Valli.
Secondo settore, le iniziative economiche. E' stato creato Espaci Usitan, frutto di un Interreg, di un finanziamento della Comunità Europea di diversi miliardi, passato tramite la Regione Piemonte, che ha interessato tutte le Valli occitane; noi, qui, marginalmente, con alcuni produttori che hanno aderito a questa iniziativa. Il grosso è concentrato nelle Valli di Cuneo; Valle Stura, Val Maira, Val Varaita, Valle Gesso, quelle zone li.
Con questa iniziativa, si è creato, finalmente, anche un fondo a sostegno delle attività; per cui, il fatto di dire: Noi facciamo una produzione tipica della zona di minoranza linguistica, significa avere precedenza sui finanziamenti, per esempio. Purché (la produzione) sia caratterizzata da un prodotto autoctono. Esistono diversi tipi di certificazione; quelli più conosciuti sono il Marchat d'Oc, che raggruppa una serie notevole di produttori delle Valli, nell'Alta Valle ce ne sono sette o otto, di attività non solo forzatamente alimentari, ma anche del ferro battuto, della lavorazione del legno, dell'editoria... C'è un po' di tutto.
Esiste a supporto amministrativo, per favorire, anche come normativa, gli aderenti, la Chambra d'Oc, che è in piccolo il tentativo di fare una Camera di Commercio occitana.
Oltre questo, esiste anche un'altra associazione, più recente, ma più dinamica ed attiva, che si chiama: Marchat Europenc d'Occitanici (M.E. d'Oc), che cura essenzialmente l'organizzazione, nei vari paesi delle Valli e delle zone limitrofe, di manifestazioni anche commerciali, collegate a questo tipo di produzione.

DOM. : Io vorrei che adesso lei mi aiutasse a mettere a fuoco la situazione della nostra Alta Valle, in particolare. Trova che nell'Alta Valle di Susa ci siano dei cambiamenti sensibili?
RISP. : Si, c'è una presa di coscienza che non esisteva. C'è una continua, come dire, perdita linguistica, perché le generazioni si vanno esaurendo, quelle parlanti o pensanti in eccitano; c'è ancora, grosso modo, direi circa il 50% della popolazione, che si può definire minoranza linguistica; qui a Salbertrand, sicuramente è molto più elevata la percentuale, nelle frazioni sfiora il 100%. Nel complesso dell'Alta Valle, sui residenti, è circa la metà: chi lo parla bene, lo parlotta, lo intende... Qua, il riferimento direi che è attorno alla metà della popolazione, ed è supportato anche da dei dati statistici che sono stati registrati; li ho su un libro che è di qualche anno fa e che dava un 55-56%, quindi, visto che tende indistintamente a ritirarsi, penso che sia obiettivo riconoscere la metà.
Quello che invece è molto in espansione, anche per chi è, come dire, occitano di elezione e non di pedigree, è il fatto di essere cosciente di vivere in una realtà che non è quella piemontese. Questo non significa dire che è meglio o è peggio di quella. Sono una diversità, che secondo noi merita di essere tutelata. Merita di essere tutelata perché ha avuto nel tempo, innanzi tutto, una storia gloriosa; e poi, seconda cosa, è un approccio di vita col mondo della montagna e di gestione della montagna che, chi vive in pianura, specificatamente, nel nostro caso, la pianura piemontese, o in città, non ha neanche lontanamente. E questo è un collante di unione anche con le altre minoranze linguistiche, perché per la stragrande maggioranza sono minoranze che vivono in montagna.

DOM. : Questi due fattori: la coscienza di avere una storia gloriosa e, in modo particolare, il corretto approccio di vita verso il proprio ambiente, secondo lei, possono diventare un motore di conferma economica? Possono diventare, a loro volta, stimolo di vita qui in Valle?
RISP. : Questo si, certo. Non avrebbe senso fare solo una cosa puramente conservativa, perché per questo c'è l'eco-museo, i libri, il folklore e tante altre cose. Dev'essere un sistema di vita in evoluzione: sicuramente non si può pensare di vivere come cinquanta o cento anni fa, o con un'economia di quel genere. Però, neanche lasciarsi colonizzare da economie e da idee che sono completamente diverse dalle nostre.
Prendi il turismo di massa. Se è stato negli anni un fattore di freno allo spopolamento, perché ha portato delle risorse, è stato altresì causa di un degrado territoriale pazzesco: basta pensare alla marea di seconde case che sono state costruite. E, soprattutto, poi, è stato, negli anni '60-'70, il modello che, purtroppo, quelle generazioni li hanno copiato. Per esempio, marito e moglie parlavano fra loro occitano in casa e piemontese ai figli, perché il turista o la fabbrica in cui si recavano a lavorare, la lingua di successo del momento era il piemontese. Cosa senza senso, perché, se decidi di non insegnare il patois a tuo figlio, parlagli italiano, non un'altra cosa, sempre minoritaria, bene o male.

DOM. : Quindi, lei pensa che questa presa di coscienza dell'identità abbia, nel tempo, una ricaduta positiva sull'economia, sulla vita del posto?
RISP. : Si, deve sicuramente trasformarsi in un qualcosa anche di economico. Chi ne è un appassionato, come il sottoscritto, tutto sommato, mette in secondo piano il discorso economico. Però, nella moltitudine, non è così. La Val d'Aosta o l'Alto Adige, come montagna gestita correttamente, sono invidiati per due motivi: primo, perché economicamente si sta infinitamente meglio che nelle altre regioni italiane; e secondo, perché il territorio è difeso e tutelato benissimo, specie in Alto Adige, o meglio ancora, nel Sud-Tirolo.

DOM. : Cosa ne è del M.A.O.?
RISP. : Il M.A.O., praticamente, non esiste più come strumento organizzato. Per quanto riguarda l'Alta Valle, invece, ci sono alcune positive novità. Oltre a singole o maggioritarie componenti nelle Amministrazioni locali, in Comunità Montana si è costituito un gruppo autonomista, che ha un terzo dei consilieri e si propone, diciamo, una politica progressista, che si identifica con un certo schieramento politico generale, a livello nazionale; però, ha fatto proprio il discorso dell'autonomismo, ed è interessante perché non è solo un discorso di Occitani, ma coinvolge Giaglione e Gravere come Franco-provenzali. Quindi è un'alleanza con una minoranza molto simile alla nostra, con problemi totalmente identici.

DOM. : Gruppo autonomista: come vi chiamate?
RISP. : Autonomia e democrazia per l'Alta Valle di Susa. L'abbiamo messo in piedi che non è tanto tempo; allo Statuto, più o meno, hanno collaborato un po' tutti, ma la bozza l'avevo buttata giù io.
Come ho detto, raduna un terzo dei Consilieri. E' in fase espansiva. Sicuramente prenderà altro spazio nelle Amministrazioni di Alta Valle, perché abbiamo già delle altre richieste di adesione. Forse perché quello che si propone, il sistema dove si governa già in questo modo, può essere un sistema convincente.
Anche i programmi, credo che... Tutto sommato, quello di dare ampio peso alla popolazione residente, facendosi un po' meno condizionare da tante scelte esterne, credo che sia importante. Quello non significa sbattere la porta in faccia a nessuno, perché si valutano le cose. Però una cosa che non si accetta sono le decisioni calate dall'alto: la lotta sull'acqua, sugli acquedotti è esemplare. Quei cinque o sei Sindaci che si fanno massacrare dall'U.S.L. e dalla Regione... e rischiamo il commissariamento, perché non siamo per niente d'accordo di cedere una risorsa strategica incondizionatamente, come l'acqua, gli acquedotti e tutto il resto.
Dovremmo far capo ad un'Autorità d'Ambito unica, che grosso modo ha i contorni della Provincia di Torino. E' una cosa che da almeno due-tre anni ci stiamo battendo contro, e gran parte degli aderenti a questa idea, nelle reciproche Amministrazioni, si sono battuti per questo. Difatti, siamo ai ferri cortissimi con la Regione Piemonte: siamo tutti diffidati, diffidati di commissariamento. Probabilmente non hanno il coraggio di farlo perché siamo alla vigilia delle elezioni regionali; ma poi, sicuramente, o cambia la maggioranza in Regione e viene modificata la Legge (già c'è in Commissione una proposta di modifica di Legge, che può essere un punto di accordo tra le due partì), o, se no, finirà in questo modo.

DOM. : L'Assessorato alla Montagna non riesce a fare nulla per voi?
RISP. : Veramente Vaglio, per il mondo occitano, non mi sembra un'eccezionalità.
Comunque, in questo caso, ha confermato l'orientamento regionale, quello del Centro-destra, di accentramento: che può avere anche delle sue motivazioni economiche. Ma, siccome non si vive di solo pane, credo che le due posizioni vadano mediate.
Soprattutto non si può calare dall'alto, con l'obbligo di approvarla come Consiglio Comunale, una Legge contro la quale siamo tutti schierati. È un atto di imperio che non ha ne sostegno, secondo me, legale, ne tantomeno...
Cioè, se la Regione emana una legge, la applichi, ed abbia il coraggio dell'impopolarità di applicarla; non la scarichi su altri Enti che non la pensano al suo stesso modo.

DOM. : Può dirmi quali sono gli altri Comuni di Alta Valle che fan parte del gruppo autonomista?
RISP. : Sì. Non è proprio solo uno schieramento di Comuni, perché ci sono anche persone che fanno parte di Amministrazioni diversamente orientate, è trasversale. Ci sono dei Comuni che sono nettamente schierati, per esempio: Salbertrand, Exilles, la maggioranza di Giaglione, partecipano compattamente.
Vi sono altri Comuni che comunque hanno dei ruoli o dei rappresentanti: Graverò, con un Consiliere come Franco-provenzale, Oulx, Cesana.
Sono in fase di definizione i contatti con Bardonecchia. Sestriere no. Per il momento non abbiamo ancora avuto alcun rapporto di quel genere lì, anche perché, tutto sommato, è come le Hawai in mezzo all'Oceano, rispetto a ciò che c'è attorno. Anche con Sauze d'Oulx siamo in trattative, come con Bardonecchia. E lo stesso dicasi per Sauze di Cesana.
Penso che sicuramente una parte di queste trattative sboccheranno in un'adesione, in un'alleanza.

DOM. : Avete un disegno intervallivo?
RISP. : Superata questa fase costitutiva, iniziale, sì. Nel programma che ci siamo dati vi è: contatti con tutte le altre Comunità Montane dell'arco alpino occidentale e minoranze linguistiche; senza escludere, comunque, anche chi ama la montagna di per sé, pur magari non identificandosi in una minoranza linguistica, ed apprezza le peculiarità del territorio e del modo di gestirlo che hanno certe persone rispetto ad altre.
Questo si: è aperto come Movimento. Non è sicuramente una Lega Nord. Anzi! I rapporti con la Lega Nord sono pesami. Per loro le minoranze sono... Cioè, il loro è un puro programma economico, non è un problema anche di cultura, di tradizioni, di storia. Qui l'unica opposizione organizzata, alle elezioni, è stata la Lega Nord, e non è riuscita ad eleggere manco un rappresentante di minoranza, ha preso il 4%. Quindi, i rapporti con la Lega,.., salvo sporadiche persone, perché ce n'è anche che lo fanno convintamente, con correttezza; però l'orientamento generale è assolutamente diverso da quello che è il nostro.
In questo, nulla è cambiato da quanto si osservava già qualche anno fa; anzi, direi che le cose si sono ancora più rafforzate.
Per esempio, noi non siamo mai stati contrari al discorso solidaristico, di sussidiarietà, e, tanto meno, nessuno pensa all'idea di secessione. Ma chi è che nel 2000 va ancora a pensare a queste cose qua?
Sussidiarietà, certo. Perché, se ci sono dei Comuni ricchi come Sestriere e altri col piede nel baratro come Exilles (andiamo a cercare i due estremi) o Sauze di Cesana, è giusto che ci sia tra questi Enti una sussidiarietà. Non è solo una questione di progettazione complessiva. E' una questione di risorse: certi posti chiudono per inedia. I piccoli Comuni, se non hanno qualche attività produttiva, visto che adesso l'imposizione è pressoché totalmente locale, o hai risorse, o chiudi. La sussidiarietà dovrebbe un po' compensare queste situazioni. Exilles è veramente un Comune tipico di queste situazioni, perché è gravato da un vincolo paesaggistico pesantissimo, che limita qualunque tipo di insediamento che non sia puramente turistico, ma molto limitato, anche di questo genere. E' giusto che quel Comune abbia delle compensazioni, per questo. Non è possibile caricare il badò a uno che è già gobbo per conto suo.

DOM. : Come vede una buona economia turistica? La considera una risorsa per i paesi, come questo, che non usufruiscono del turismo dello sci?
RISP. : Be', posso raccontarle un po' l'esperienza che stiamo facendo qui e che secondo me è vincente.
Noi abbiamo puntato sul Parco del Gran Bosco. Piacente o non piacente, qui esiste il Parco. Dobbiamo prenderne atto, è una cosa irreversibile; dobbiamo portare il Parco, il più possibile, sulle nostre posizioni, smussando magari le antipatie, le diverse valutazioni della gestione del territorio, cercando di arrivare ad un accordo. Credo che qui ci siamo arrivati pienamente, anzi, il Comune di Salbertrand penso che sia uno dei maggiori sponsorizzatori del Parco, perché abbiamo assegnato, già solo per farsi una sede che sia degna di questo nome, 10.000 mq edificabili. Credo che pochi Comuni rinuncerebbero ad una proprietà di 10.000 mq edificabili per un'opera pubblica che non porta, di per sé, manco una Lira di urbanizzazione o di utenze tipo seconde case. Ma (il nostro) ha puntato molto su questo tipo di sviluppo. Di fianco a questo, stiamo lavorando col Parco proprio alla realizzazione di un Ecomuseo.
L'Ecomuseo, a regime, sarà una cosa unica in Alta Valle. Non esiste in nessuna altra parte, con un circuito di visita tradizionale del mondo occitano di una volta,. che credo sia completamente scomparso nei dintorni, specie più andiamo in su, verso i centri turistici. E si tratta della ricostruzione anche dì lavorazioni tipiche. Abbiamo un anello di visita che è veramente interessante. Si inizia dalla prima parte, di cui va in appalto il completamento esterno per questa primavera (quindi è conclusa), e che comprende: un mulino con frantoio, una centralina idroelettrica di inizio secolo (per archeologia industriale), la casa tipica del mugnaio, lo stallotto delle bestie da soma. E questo costituisce il primo punto dell'anello di visita.
Poi ce n'è uno successivo, che è costituito dalla ghiacciaia, col laghetto di approvvigionamento, e ricostruzione di tutte le attrezzature e della lavorazione del ghiaccio, che qui era anche un'attività economica interessante, prima dell'avvento dei frigoriferi.
Un altro sito avrà: carbonaia, calcara e spacco lose. Un po' più in su, ricostruiremo un cantiere tipico di fine Ottocento, di esbosco. Praticamente, noi come Comune daremo in comodato un canalone e un pezzo di bosco, per ricostruire tutta l'attrezzatura semi-permanente per l'esbosco, che consiste in paratoie, salti, muri; e che modifica abbastanza l'aspetto del territorio in quel vallone lì.
Ma il giro non è mica finito, è molto più vasto! Abbiamo anche recuperato un forno; abbiamo fatto il pane, appena l'altro giorno, in forma comunitaria, in una frazione. Nella chiesa, che di per sé è già bella, ed ha già subito un grosso intervento di restauro, per il quale abbiamo speso alcune centinaia di milioni e ne abbiamo in programma altri, abbiamo anche un punto di museo di religiosità alpina, con arredi, documentazione; anche perché la fortuna di Salbertrand è quella di non essere mai stato troppo saccheggiato rispetto ad altri Comuni vicini.
Questi, diciamo, sono i punti di visita di fondo-valle. Oltre a questi, ne abbiamo altri in quota, che sono in parte appaltati, qualcuno realizzato, altri in progetto.
Sul versante del Gran Bosco, abbiamo già appaltato, finanziato dalla Comunità Europea, un tragitto interessante che prevede il collegamento col Comune di Usseaux, e che ricalca la Gloriosa Réentrée valdese, per il pezzo di Salbertrand.
Anche in questo caso, è totalmente bilingue la cartellonistica, la segnaletica, anche le spiegazioni. Il Gran Bosco confina con i Comuni di Usseaux e di Fragolaio. Noi abbiamo avuto l'opportunità di realizzare un progetto integrato con Usseaux, e l'abbiamo fatto. Ed è interessante perché, come ho detto, oltre a essere descritto (a differenza di buona parte degli itinerari vicini) nei dépliants e nei pannelli espositivi, totalmente in forma bilingue, occitano-italiano, ricalca una parte importante della storia delle Valli occitane: la Gloriosa Réentrée dei Valdesi, che qui ha avuto la principale battaglia (e già abbiamo realizzato un cippo a ricordo, con la Società di Studi Valdesi). Questo coinvolge un discreto turismo, anche proveniente, per esempio, dalla Svizzera e da altri Paesi che ricordano questo tragitto.
Dalla parte di Usseaux, l'itinerario è interessante perché passa all'Assietta, e qui è coinvolta anche la Provincia che restaura la Casa Cantoniera dell'Assietta, come posto-tappa; e, sempre dalla parte di Usseaux, dove il tragitto viene chiamato La via dei Forti perché porta ai Forti della piazza dell'Assietta, c'è un agriturismo che fa anche posto-tappa.
La traversata è ben segnalata già adesso. Comunque i cartelli sono già ordinati, e con la bella stagione li poseremo.
Stesso discorso stiamo facendo, in modo forse un po' meno organico, anche sulle Frazioni dell'Indritto. Anche qui partiamo, sempre in collaborazione con l'Ecomuseo del Parco, alla realizzazione di una cartellonistica bilingue. L'abbiamo già adottata su tutto il sistema viario; adesso ci sarà la toponomastica per gli escursionisti bilingue, e, successivamente, c'è l'intenzione di fare anche tutti gli stradali, i nomi delle vie. Cioè: si lascia il nome ufficiale in italiano, perché, se no, complichi la vita alla gente: documenti, atti di proprietà, ecc.. Però viene ripristinata e scritta la forma locale, che in genere è completamente diversa da quella ufficiale. Oltre tutto, la Legge sulle minoranze linguistiche, di cui abbiamo parlato, da anche dei supporti finanziari per farlo. Esistono già delle Leggi Regionali che permettono di attingere a dei fondi per queste iniziative, però quella nazionale sicuramente pone anche al riparo da eventuali contenziosi; noi ne abbiamo avuti con l'A.N.A.S-, con altri Enti... Adesso è sancito in forma completa, per tutto il territorio nazionale, quindi non c'è niente da dire. (La Legge) è riconosciuta ed è comoda per questo, anche.

Publicata sul sito con l'autorizzazione di Massimo Garavelli

La tesi (Cultura Occitana e riscoperta: il caso dell'Alta Valle di Susa) di Anna Maria Decorte è costruita con interviste di gente o di esponenti della vita politico-culturale dell'Alta Valle di Susa. Tesi di Laurea, Università  degli Studi di Torino, Facoltà  di Scienze Politiche (2005-2006), Professor relatore Emanuele Bruzzone.